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Messaggi - Organetto1

#46
Domande o commenti diretti a MARIO CARBONE / anomalia
Settembre 03, 2011, 12:49:01 PM
Comunque, se chiedi ciò che manca il Maestro te lo manda via e-mail.
#47
Il MIO ORGANETTO / Acciaio armonico C85
Settembre 02, 2011, 10:18:55 PM
Per chi volesse acquistare molle per organetto è facile: basta farne richiesta a chi le produce! Solo che generalmente non te le inviano se non ne compri un certo quantitativo. E\' molto più semplice invece rivolgersi ad una ferramenta e acquistare una matassina di filo di acciaio armonico C85 con diametro di mm 0,60 o 0,70. Il costo non è rilevante, perché si aggira sulle 5 euro. Così si possono costruire in proprio tutte le molle che vogliamo. Basta fissare un capo in modo fermo e rigirare su un chiodo( o simili), pure fisso, per tre o quattro volte l\'altro capo in modo da ottenere un occhiello regolare. Esistono varie forme di molle che si adattano all\'uso che vogliamo farne.  Pregherei il dott. Carbone, se è in possesso delle foto dei tipi diversi di molle, di pubblicarle in modo che vengano poi riprodotte con facilità da coloro che vogliono cimentarsi con questo tipo di costruzione artigianale assai facile.
#48
La spiegazione fatta dal Maestro Carbone è senz\'altro giusta, ma, per chi non lo sapesse, certe cose si sanno perché fanno parte di uno studio ben preciso. Nella fattispecie, teoria musicale, armonia e composizione, etc. Giustamente come dice lo stesso Maestro altrove, alcuni credono veramente che esista la Befana...così, ad esempio, quando osservano qualche bravo esecutore rimangono strabiliati e quasi mai si chiedono quanto ha impiegato quella persona a raggiungere la sua bravura! A parte i pochi casi di grande talento, occorre esercitarsi un bel po\' per raggiungere certi risultati. Vale lo stesso discorso per le conoscenze specifiche. Una volta chiesero al grande Eistein che cosa fosse il genio...lui rispose \"...il 99% di sudore e solo l\'1% d\'ispirazione!\". Con tutto ciò che ho detto non ho voluto sminuire la bravura del Maestro Carbone, che rimane un punto di riferimento molto importante nelle cose di cui ci occupiamo, bensì ho voluto solo fare un\'osservazione in merito a luoghi comuni, che denotano conoscenze ristrette per mancanza di studio.
#49
Il MIO ORGANETTO / Ciao a tutti!
Settembre 01, 2011, 11:01:00 PM
In merito a ciò che ho descritto prima voglio parlare di una cosa che fa capire l\'importanza della tecnologia, quando si vuole preparare qualcosa di buono. Da ragazzi e, più o meno, fino all\'anno 1977, quando l\'uccellagione non era ancora vietata, usavamo catturare i cardellini con la pania (vischio fatto artigianalmente). Tra noi ragazzi era una vera sfida a chi sapeva comporre questa specie di colla, a cui rimanevano attaccati ineluttabilmente i volatili. Per farla occorreva aver intuito la procedura giusta (tecnologia), ma molti sottoponevano i pezzettini di gomma a temperature molto alte, con il recipiente a contatto diretto con la fiamma, fallendo inesorabilmente nel proposito. Il prodotto che ne usciva era quasi identico alla colla per i topi e, cioè, inadatto allo scopo, mentre non doveva per nulla imbrattare le zampette dei cardellini, trattenendoli!
#50
Il MIO ORGANETTO / Ciao a tutti!
Settembre 01, 2011, 10:40:38 PM
Sono dell\'avviso che chi nasconde il sapere è stupido. Molti, per meschina avidità o altro, vogliono tenere per sé quanto hanno appreso da altri e così si gloriano di cose che prima o poi dovranno lasciare...
Ebbene, per conoscere la ricetta della cera d\'api ho dovuto fare un\'ardua ricerca. Ho scoperto che la cosa più difficile da intuire è la tecnologia del preparato. Gli ingredienti li conosciamo già, perché ne avevamo parlato altrove (cera d\'api vergine filtrata, colofonia o pece greca e un pochino di olio di lino cotto). I componenti sono infiammabili, per cui è indispensabile usare un fornellino elettrico e uno scaldacolla o cera, con sistema a bagnomaria. In commercio ci sono modelli fatti di rame, che bene si prestano all\'uso che ne vogliamo fare. Nel primo recipiente mettiamo l\'acqua (che non dev\'essere mai portata all\'ebollizione) e in quello più piccolo la cera e la pece. La temperatura deve posizionarsi sui sessanta gradi centigradi circa. Sotto l\'effetto del calore i due componenti si sciolgono facilmente e quando ciò è a buon punto, con una palettina, occorre rigirare delicatamente il composto in continuazione, allo scopo di farlo amalgamare bene. Le percentuali possono essere così stabilite: 1 kg di cera e 300 grammi di pece (in proporzione, si possono effettuare misure più piccole, ad esempio, 100 grammi di cera e 30 di pece, e così via). Insomma, su una qualsiasi quantità di cera si aggiunge il 30% di pece. Fare attenzione alla temperatura dell\'acqua. Il sistema a bagnomaria evita bruschi cambiamenti di temperatura a tutto favore dell\'esito del composto. Quando i due componenti si saranno sciolti completamente, si preleva il recipiente che li contiene e si aggiunge il 5% di olio di lino cotto ( nella fattispecie 65 grammi, riferiti a Kg 1,3), rigirando bene. L\'olio di lino cotto è migliore rispetto all\'olio paglierino, perché presenta caratteristiche più adatte allo scopo. Il prodotto è pronto per l\'uso e dev\'essere perciò usato a caldo, per incollare le voci alle soniere e le valvole ai meccanismi relativi.
#51
Il MIO ORGANETTO / Ciao a tutti!
Agosto 31, 2011, 09:22:15 PM
Sono di nuovo qui!
Le ferie sono terminate e ricomincia il tran tran della vita quotidiana.
Vorrei darvi la ricetta della preparazione della cera d\'api per fissare le voci alle soniere ed ai meccanismi delle valvole. Ho già fatto questo contattando una ditta on-line di rivendita di materiale di restauro del legno, etc. veramente interessante. Però, se nessuno è interessato, non ho motivo di scriverla. In attesa...un saluto a tutti e al dott. Carbone.
#52
Il MIO ORGANETTO / bis
Agosto 31, 2011, 09:10:30 PM
Sì, puoi costruirtela senza problemi.
#53
Ti ringrazio lo stesso. Sono riuscito ad avere l\'originale.
#54
Ciao, Maestro
puoi inviarmi l\'arrangiamento del valzer \"Battagliero\" di Pattacini ?
Grazie
#55
Non avevo mai ascoltato il valzer in questione, per cui, d\'impeto, ho pensato che si potesse trascrivere per organetto. Comunque, mi diletto con altri strumenti musicali e mi piacerebbe averne una copia, se mi dici dove posso acquistarla.
Al Maestro Carbone, che è bravissimo, devo dire, però, questo: molta gente vive nel passato, anziché nel presente (che sarebbe la cosa giusta), il suo conservatorismo mi dispiace un po\'.
#56
Ho continuato a fare ricerche sulla microtonalità e devo ammettere che sono attratto molto dal modo con cui gli indù hanno concepito la suddivisione dell\'ottava. Il loro sistema di notazione è uguale al nostro, voglio dire che le sette note coincidono con le nostre Do (Sa), Re (Re), Mi (Ga), Fa (Ma), Sol (Pa), La (Dha), Si (Ni), Do (Sa) ed hanno più o meno la stessa frequenza, misurata in Hertz. L\'ottava, però, è suddivisa in mezzi \"semitoni\", nella maniera seguente: tra il do e il re ci sono quattro mezzi \"semitoni\"; tra il re e il mi, tre mezzi \"semitoni\"; tra il mi e il fa , due; tra il fa e il sol, quattro; tra il sol e il la, tre; tra il la e il si, quattro e tra il si e il do, due. Devo aggiungere che anche i nostri suoni omologhi del sistema temperato coincidono più o meno con i corrispondenti microtoni del loro sistema...ma allora, dove sta il problema? Credo che con siffatta disposizione delle note è possibile eseguire tutta la nostra letteratura musicale, con la possibilità, in senso migliorativo, di effettuare, con i microtoni, quelle sottili sfumature di cui accennavo altrove. Contro le trenta scale conosciute nel nostro sistema temperato, gli indù ne hanno a disposizione settantadue, con le quali possono allargare enormemente le loro possibilità musicali.
Senza volerlo, quando ponevo questo problema da profano, avevo intuito, invece, la questione della microtonalità. Ne deduco che è sempre bene fare ricerca.
#57
Ciao Laviero! E\' bello il valzer che eseguite...complimenti.
Potrei avere un arrangiamento per organetto?
#58
Sì, è vero Antonino...hai trovato la strada giusta. Anch\'io fino a qualche tempo fa non sapevo quasi niente dell\'organetto, ma ascoltando il Maestro Carbone, si è accesa in me la passione per questo strumento che forse non ho mai apprezzato nel modo giusto. Studia un po\' di teoria musicale e per questo puoi anche farti prestare qualche libro che usano gli studenti delle scuole medie. Per il resto, se hai passione sicuramente riuscirai.
#59
Esistono moltissime specie diverse di acero, ma qual è quella che più risponde alle nostre esigenze costruttive e di qualità sonora?
Questa è una domanda che a un certo punto sorge spontanea in chi è alla ricerca di buone qualità del legno da impiegare nella costruzione degli organetti o soltanto parti di essi. Ebbene, agli inizi si brancola nel buio, ma a mano a mano che si progredisce in quest\'opera artigianale ci si avvede pure che uno strumento di qualità utilizza materiali corrispondenti. Nella mia ricerca ho trovato che l\'acero montano è un\'ottima essenza legnosa per la costruzione dell\'organetto (forse la migliore). Le casse e le soniere realizzati con questo tipo di legno danno un\'eccellente sonorità allo strumento. Naturalmente, sceglieremo di costruire i tasti in faggio, perché non si spacca, ma per il resto mi rimane la certezza che l\'acero montano è superlativo.
#60
Sono pienamente d\'accordo con voi, ma non volevo rivoluzionare il patrimonio musicale già esistente, che è pur sempre a me tanto caro (sono un romantico...!). Da una ricerca da me effettuata ho trovato che la musica microtonale esiste già...e precisamente in India (...anche se da alcuni millenni!). Loro hanno strumenti, tipo sitar, etc. con cui eseguono motivi estasianti, di intensa spiritualità. Tutto ciò appartiene alla loro cultura, che è ben diversa dalla nostra. Ma, avendo constatato, pure, che al giorno d\'oggi il patrimonio artistico, culturale, musicale e via dicendo, va sempre più a confluire nell\'universale, mi è parsa plausibile l\'idea di costruire un organetto microtonale, che sarebbe veramente rivoluzionario.